Mindfulness, natura e animali: perché meditare nella natura fa bene

Articolo a cura di Marco Passavanti. Psicologo e istruttore Mindfulness

Quali sono per l’uomo gli effetti del contatto con la natura e gli animali e come può la pratica meditativa amplificarli?

I benefici della relazione tra esseri umani e animali sono molteplici. Ricerche recenti suggerirebbero che il potenziale dei benefici offerti dal contatto con la natura e dalle interazioni uomo-animale possa riflettersi e spiegarsi da cambiamenti rilevabili persino a livello fisiologico. Un esempio è dato dagli studi che indicherebbero che il contatto con gli animali favorisca, tra le altre cose,  l’attivazione del sistema ossitocinergico e il rilascio di ossitocina (Beetz et al., 2012).

Ma perché l’ossitocina avrebbe un ruolo importante e accrescerebbe la condizione di benessere psicofisico percepito dalle persone?

Brevemente, l’ossitocina è un ormone prodotto principalmente dai nuclei ipotalamici e secreto nella neuroipofisi. Come molti altri ormoni, l’ossitocina svolge varie funzioni e tra queste avrebbe un ruolo centrale sia durante il travaglio che successivamente all’interno del processo delle cure materne nonché, in entrambi i sessi, favorirebbe il legame con il partner. In altre parole, questo ormone incrementerebbe negli esseri umani il sistema di attaccamento parentale, romantico e filiale; avrebbe un ruolo nei cosiddetti comportamenti pro-sociali, quali l’altruismo, l’empatia e il riconoscimento delle emozioni altrui, il senso di gratitudine e la capacità di fidarsi degli altri, mentre viceversa sarebbe correlato ad abbassamento di ansia, paura e stress per soppressione dei circuiti cerebrali ad essi associati (Feldman, 2012).

Anche per tali ragioni l’ossitocina viene spesso definito anche “ormone dell’amore”.

Il fatto che l’ossitocina venga prodotta e rilasciata in quantità maggiore nei momenti di interazione uomo-animale può spiegare ciò che è stato osservato in varie situazioni e condizioni in cui le persone possono giovarsi della compagnia degli animali. Beetz e colleghi (2012), tra i numerosi benefici, suggeriscono un incremento di comportamenti pro-sociali come attenzione sociale, comportamento sociale e empatia, miglioramento dell’umore, diminuzione di parametri legati allo stress come il cortisolo e della pressione sanguigna.

Allo stesso modo, una recente metanalisi su più di trenta studi ha rilevato in generale che, nonostante le persone passino gran parte del proprio tempo in ambienti chiusi, l’esposizione ad ambienti naturali apporti miglioramenti sul benessere psicologico stesso delle persone. Nello specifico il contatto con la natura, anche a piccole dosi, sarebbe associato a livelli più alti di affettività positiva e livelli più bassi di affettività negativa, stimolando di conseguenza comportamenti e attività maggiormente adattative (McMahan & Estes, 2015).

Se l’importanza del contatto con la natura e gli animali è nota, così come ormai sono noti i benefici di portare la meditazione all’interno delle proprie vite, altrettanto sembrerebbero i vantaggi di integrare l’attitudine mindfulness nel contatto con la natura e i suoi esseri viventi. Infatti, sulla base di una metanalisi che comprende 25 studi, gli interventi basati sulla pratica di mindfulness nella natura sembrerebbero amplificare i miglioramenti dati dall’esposizione alla natura, compensando gli effetti tipici dei fattori di stress sull’umore negativo. Gli effetti positivi di questa tipologia di percorsi, quindi, sembrano maggiori rispetto ai risultati offerti dai classici percorsi di mindfulness in cui l’esperienza della natura è ridotta o assente. I benefici riportati sarebbero maggiori soprattutto per i momenti di pratica di meditazione con consapevolezza aperta e i momenti di pratica informale, quali passeggiate su un sentiero boscoso (Djernis et al., 2019), in cui semplicemente l’essere umano può fare ritorno e nuova esperienza di quell’ambiente naturale che a lungo ci ha accolto e di cui avvertiamo continuamente, come tutti gli esseri viventi, il richiamo.

 

Beetz, A., Uvnäs-Moberg, K., Julius, H., & Kotrschal, K. (2012). Psychosocial and psychophysiological effects of human-animal interactions: the possible role of oxytocin. Frontiers in psychology, 3, 234. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2012.00234

Djernis, D., Lerstrup, I., Poulsen, D., Stigsdotter, U., Dahlgaard, J., & O’Toole, M. (2019). A Systematic Review and Meta-Analysis of Nature-Based Mindfulness: Effects of Moving Mindfulness Training into an Outdoor Natural Setting. International journal of environmental research and public health, 16(17), 3202. https://doi.org/10.3390/ijerph16173202

Feldman R. (2012). Oxytocin and social affiliation in humans. Hormones and behavior, 61(3), 380–391. https://doi.org/10.1016/j.yhbeh.2012.01.008

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